Allocuzione della Gran Maestra (23 Ottobre 2010)

Allocuzione della Gran Maestra (23 Ottobre 2010)

Carissime Sorelle e Fratelli delle Delegazioni Estere, e amiche, Carissime Sorelle e Fratelli tutti, mi preme per prima cosa rilevare le ottime relazioni fraterne che intercorrono fra la Gran Loggia Massonica Femminile D’Italia e le altre Obbedienze regolari sia Italiane, che Europee,com’è testimoniato dalla numerosa e qualificata presenza di oggi e dai numerosi messaggi di augurio ricevuti in occasione di questa nostra Gran Loggia di festa. Il lavoro svolto in questo ultimo anno e quello previsto per il prossimo anno dalla Nostra Obbedienza non è solo mirato alla crescita dell’Obbedienza stessa, cosa peraltro importantissima, ma ad operare verso l’esterno con incontri culturali, proposte e riflessioni sul tema importante del dialogo fra gli uomini, sul confronto tra le idee e le diverse culture.
Dobbiamo dedicare la nostra attenzione alla Centralità  dell’uomo perché è nostra convinzione che debba essere l’uomo il fine di ogni nostra azione: L’uomo con i suoi valori, i suoi desideri, le sue aspirazioni, le sue utopie e il suo benessere culturale, spirituale e materiale.
Solamente ponendo l’uomo al centro del nostro pensiero e della nostra azione possiamo operare per il suo benessere, evitando di mettere in primo piano solo i nostri interessi personali o quelli di parte, sforzandoci di superare le difficoltà  e di trovare le soluzioni più adeguate ai problemi che travagliano l’umanità , mirando sempre al bene di tutti nel quale deve trovare espressione il bene dei singoli.
L’interesse particolare, di qualsiasi natura sia, non deve essere anteposto a quello generale, ma deve coniugarsi ed essere compatibile con quello della collettività : se l’una o l’altra delle condizioni viene meno allora viene meno anche il senso del vivere comunitario e si apre la via agli egoismi, all’arbitrio e alla tirannide.
Il nostro pensiero fonda le sue radici su una visione antropologica che deriva dalla nostra tradizione iniziatica, secondo la quale l’uomo è un essere finito che tuttavia rivolge il suo sguardo al cielo, all’infinito, a ciò che supera le condizioni terrene e contingenti.
Per nostra natura, abbiamo fiducia nell’uomo e nelle sue possibilità  e, al contempo siamo aperti al nuovo e disposti a fornire il nostro contributo per l’edificazione di una società  aperta in cui il pluralismo non sia una la statica separazione di diverse comunità  ideologiche o religiose, ma convivenza e dialogo di più posizioni: uno spazio condiviso, in cui gli uomini possano vivere in armonia e collaborare insieme al miglioramento della condizione umana.
La nostra tradizione ci sollecita altresì, a riflettere sulla natura dell’uomo e sui suoi caratteri antropologici e psicologici che spesso lo portano a generare conflitti con se stesso e con i suoi simili.
La natura dell’uomo è duplice egli è spinto al bene e alla virtù, ma anche schiavo delle passioni e del vizio, dei propri interessi materiali e di parte e da ciò  traggono origine i dissidi e i conflitti tra gli uomini.
Noi massoni siamo, per tradizione, sollecitati a seguire la via del conosci te stesso, che non significa solo rivolgersi al proprio mondo interiore ma anche fare luce sulla natura finita, limitata, contraddittoria e per certi versi corrotta dell’uomo, che rimane pur sempre perfettibile.
Conoscere l’uomo vuol dire apprezzare e rafforzare i suoi lati luminosi e, al contempo, incidere in modo profondo per limitare il suo lato oscuro, per far si che esso non prenda il sopravvento e lo conduca alla sua distruzione.

La lotta è sempre fra il bene e il male e noi siamo fiduciosi che il bene possa e debba prevalere per far sì che l’uomo, con la sua anima divina, possa manifestare il suo lato di luce e abbandonare quello delle tenebre.
Sebbene crediamo che la via sia sempre quella rivolta al bene, sappiamo anche che il lato aggressivo dell’uomo crea sempre difficoltà ed ostacoli; la via del bene, della ragionevolezza, dell’incontro e della comprensione dell’altro è stretta, mentre quella dell’intolleranza, del dissidio e della prevaricazione è larga e piena di attrazioni.
Solo se saremo coscienti di questo, solo se conosceremo l’uomo, solo se non dimenticheremo la duplicità della sua natura, potremo operare in modo consapevole ed equilibrato; solo così potremo fornire il nostro contributo disinteressato per far sì che fra gli uomini possa regnare non certo l’armonia assoluta – perché questa forse è di un altro mondo – ma almeno quel tanto di armonia che possa permettere  di superare i conflitti, di limitare gli interessi di parte  a scapito di quelli di altri, di evitare le ingiustizie profonde, sociali, culturali e materiali che non permettono di vivere in modo dignitoso e che rendono l’uomo schiavo di se stesso o dell’arroganza di altri che vivono animati solo dall’ottica ristretta del loro egoismo.
Il bene e l’armonia tra gli uomini non sono certamente un frutto spontaneo che cade dall’albero della vita, ma richiedono uno sforzo ed una applicazione etica, spirituale e culturale continua, un’educazione al rispetto reciproco,  al riconoscimento  della necessità della comunicazione, del dialogo e del confronto: un’educazione, cioè, alla libertà come spazio dell’incontro  con i propri simili che parte – come è proprio della via iniziatica e massonica – dal mondo interiore e da qui si amplia all’intero genere umano.
Come si potrebbe, infatti, operare per il bene, l’armonia, la giustizia se esse non  fossero già radicate nel nostro “io” e non fossero una guida al nostro modo di pensare e di agire?


E’ giunto il tempo di rivolgere lo sguardo al nostro interno per rafforzare ed elevare la preparazione massonica di tutte le Sorelle ed i Fratelli. Dobbiamo confrontarci in modo approfondito, critico e costruttivo, al di là di formule stereotipate, con la nostra tradizione iniziatici-esoterica ed impegnarci in modo che soddisfi il nostro mondo interiore e la nostra elevazione, ma sia anche fuoriera di un arricchimento che serva all’opera dedicata al bene dell’uomo in relazione allo spirito che muove il mondo in cui viviamo.
Sino dalle sue origini la Massoneria ha contribuito in modo sostanziale al bene dell’uomo con le sue idee e le sue azioni che sono state recepite e poste a fondamento  delle società democratiche.
Il lavoro muratorio svolto nelle Logge ha permesso, nel passato, ai Fratelli di elevare la propria conoscenza e la propria coscienza  e li ha così forgiati per costruire un’umanità migliore.
Nel loro percorso storico i Massoni  si sono sempre posti come punto di riferimento per gli uomini che avvertono l’urgenza di un proprio perfezionamento e si pongono come obiettivo di essere liberi e di cooperare al miglioramento della condizione umana.
Anche oggi la Massoneria può fornire un contributo essenziale all’umanità mettendo in campo nuovi valori e storicizzando quelli tradizionali e perenni, cioè applicandoli  in modo originale alle attuali condizioni dell’umanità.
Nell’epoca del villaggio globale e della globalizzazione insorgono problematiche che non possono essere superate solo in base a mere soluzioni economico – finanziarie, ma facendo sempre riferimento ai valori che guidano l’umanità.

In questo contesto la Massoneria può svolgere un ruolo primario e centrale perché propugna i valori fondamentali della dignità, della libertà e del rispetto del singolo nella diversità, che sono un fondamento della convivenza civile e democratica che deve ruotare intorno alla centralità dell’uomo, con esclusione di ogni forma di intolleranza e discriminazione.
Ritengo fondamentale, a questo punto, sottolineare un aspetto peculiare della Massoneria, essa non ha interessi materiali da difendere, né posizioni di potere e di privilegio, di qualsiasi natura esse siano, per questo è l’unica istituzione di uomini che si può adoperare liberamente e spassionatamente per la felicità dell’Uomo.

La Gran Maestra

Gabriella Bagnolesi

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