STORIA DELLA MASSONERIA FEMMINILE

La Massoneria era ufficialmente appena nata con la creazione della Gran Loggia d’Inghilterra nel 1717 e le sue Costituzioni appena stilate dal Rev. Anderson nel 1723, che le donne già cercavano di superare quanto scritto nell’art.3 delle Costituzioni: “…Le persone ammesse come membri di una Loggia devono essere uomini buoni e sinceri, nati liberi e di età matura e discreta, non schiavi, non donne, non uomini immorali o scandalosi, ma di buona reputazione.” Nell’epoca in cui furono scritte queste parole la schiavitù era ancora una pratica consentita e la condizione femminile era quella di persone non libere, e non lo erano nelle decine di sfaccettature di cui si compone la socialità umana: questo è il motivo per cui le donne furono bandite dall’ingresso in Massoneria. Dopo alcuni sporadici episodi di iniziazione femminile, avvenuti dopo che queste donne avevano casualmente assistito a riunioni massoniche, vennero create alcune Logge dedicate proprio alle donne dette Logge di Adozione, collegate ad una Loggia maschile di cui portavano il nome e in cui le donne, affiancate dai Massoni che avevano la funzione di proteggerle e guidarle, potevano progredire nei tre gradi di Apprendista, Compagna e Maestra e quindi ricoprire i ruoli di Ufficiali e applicare rituali appositamente studiati per loro, come quelli contenuti ne La Vraie Maçonnerie d’Adoption di Louis Guillemain de Saint Victor. Le Logge di Adozione si diffusero prima di tutto in Francia, dove le donne godevano di una particolare libertà partecipando e gestendo i salotti frequentati da filosofi, scrittori, scienziati, che fiorirono nel XVIII° secolo, vere culle del pensiero di uguaglianza e libertà. In questo paese la Massoneria si diffuse molto presto, fin dal 1726, e qui anche alcune donne che condividevano le stesse aspirazioni furono ammesse.
Le logge
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Il riconoscimento delle Logge di Adozione
Le Logge di Adozione vennero riconosciute dalla Gran Loggia di Francia dal 1774, ed ebbero una grande diffusione fino allo scoppio delle Rivoluzione francese che determinò una battuta di arresto della Massoneria sia femminile che maschile. L’attività delle Logge riprese con la restaurazione della monarchia alla fine del XVIII° e nel XIX° secolo, diffondendosi rapidamente su tutto il territorio francese e al di là dei confini in tutta Europa, assumendo un aspetto più di moralizzazione delle donne rispetto a quello di crescita personale che caratterizzava le Logge di adozione in precedenza.
Le donne nella massoneria
Nella seconda metà del XIX° secolo crebbe nelle donne la coscienza della propria condizione subordinata agli uomini e da qui le istanze di indipendenza e parità, anche in Massoneria, istanze che, unitamente ai valori di crescita spirituale e dignità umana, furono abbracciate completamente e diffuse da Maria Deraismes, fondatrice de Le Droit Humain, primo esempio di obbedienza mista, a cui possono accedere con gli stessi diritti e doveri, uomini e donne. Dalla Francia l’Obbedienza ebbe rapida diffusione sia in Europa che nel resto del mondo, anche grazie all’intensa attività di proselitismo di alcune figure fra cui spicca Annie Besant, aderente oltre che al Droit Humain anche alla società Teosofica, fondata da Helena Blavatsky nel 1875. In Italia la situazione era più complessa a causa della suddivisione del territorio in diversi stati; le Logge di adozione si diffusero inizialmente a Napoli dal 1774 con la Loggia Saint Jean di Secret et de la Parfait Amitié, e, dopo la Rivoluzione Francese che interruppe l’attività massonica ovunque, sorsero nuove Logge a partire dal 1813, frequentate sempre da nobili e colte appartenenti all’alta borghesia, come accadeva fin dall’inizio. Dopo alterne vicende, nel 1864 la Massoneria femminile ebbe nuovo impulso con il sostegno di Giuseppe Garibaldi che era Gran Maestro all’epoca, vennero innalzate le colonne di diverse Logge, fra cui ricordiamo la prima, nata ancora una volta a Napoli nel 1865, “Vessillo di Carità e Anita”, in onore della moglie di Garibaldi, che aveva come Gran Maestra la contessa Giulia Caracciolo, personaggio femminile di spicco del Risorgimento, insieme alla sorella Enrichetta, dedicò la vita alla diffusione delle idee di libertà, uguaglianza e sostegno alle donne e ai bambini bisognosi. Diverse altre Logge sorsero in Italia portando con sé istanze femminili di riconoscimento dei diritti civili, di istruzione e indipendenza economica, anche in zone d’Italia lontane da Napoli. Purtroppo il Grande Oriente d’Italia possedeva e possiede due anime: una parte dei Fratelli è assolutamente favorevole ad una Massoneria femminile mentre un’altra parte è completamente contraria e chiusa a regole che deroghino alle Costituzioni di Anderson. Questo ha determinato il fallimento dei diversi tentativi di far riconoscere le Logge che accoglievano donne, le Logge di Adozione, da parte del Grande Oriente, l’ultimo dei quali risale al 1915 quando le Logge di adozione erano diffuse in diverse città su tutto il territorio italiano. Dopo la morte della Gran Maestra nel 1881, perso il sostegno dei Fratelli, le Logge si sciolsero. Nel passare dal XVIII° al XIX° secolo le donne non si accontentarono più di appartenere a Logge paramassoniche, ma iniziarono a desiderare di praticare una Massoneria uguale a quella dei Fratelli. Nel 1912 nacque la Gran Loggia Mista Simbolica d’Italia, guidata dalla Gran Maestra Lavinia Holl’, comprendenti logge femminili di Torino, Firenze e Roma; a questa obbedienza si accostò anche Anna Franchi, seconda giornalista in Italia, che fondò a Milano la Loggia Foemina Superior; ma anche questa esperienza non ebbe vita lunga: lo scoppio della prima guerra mondiale ne impedì il proseguimento. Bisogna arrivare al secondo dopoguerra per trovare altre iniziative massoniche femminili, infatti nel gennaio del 1946 nasce la Gran Loggia Nazionale Femminile d’Italia guidata da Bice De Martino, sostenuta dal gruppo di Fratelli di Palazzo Brancaccio e che, pur essendo una obbedienza femminile che lavorava secondo il Rito Scozzese Antico e Accettato, prevedeva comunque la presenza dei fratelli durante le tenute; purtroppo anche questa esperienza era destinata a chiudersi nel 1958 con la scomparsa del sostegno dei fratelli di Palazzo Brancaccio confluiti nel Grande Oriente d’Italia che, come noto, non solo non accettava assolutamente logge femminili al suo interno ma proibiva risolutamente la partecipazione di Fratelli alle tenute con presenze femminili. Verso la metà degli anni ’50 si assiste all’apertura alle donne da parte della Gran Loggia d’Italia con il riconoscimento di un gruppo di logge miste nato dalla confluenza di donne provenienti dal Droit Humain e da logge già chiuse; attualmente le donne presenti nella Gran Loggia d’Italia rappresentano circa il 40% degli adepti e lavorano insieme ai Fratelli in Logge miste. Un nuovo sentimento però stava nascendo: la necessità di una massoneria tutta al femminile, completamente indipendente da quella maschile.