Allocuzione Convento 2018

Carissime e amatissime Sorelle,

Carissimi fratelli,

a   voi tutti che siete giunti qui oggi da diverse parti d’Italia e dall’estero  va il mio affettuoso saluto  e vi do un caro benvenuto a nome mio e di tutta l’ Obbedienza.

Provo una gran gioia nel ritrovarvi qui numerosi e questa partecipazione, questa eggregore rende il nostro incontro unico e speciale.

Mi addolora non potervi accogliere con animo più leggero e sereno: le nostre vicende italiane, l’ombra che si sta stendendo sulla Massoneria ed il tentativo di piegarla e rilegarla ostinatamente e pervicacemente  a sinonimo di “male” , sono bene note a tutti voi.

Permettetemi oggi un ricordo affettuoso e particolare alla mia regione ed a Genova, una città  che oggi conta 43 amici in meno ,43 cittadini che la mala gestio ci ha portato via.

Ringrazio ancora di cuore tutte le Obbedienze che  hanno inviato a me ed alla GLMFI messaggi di cordoglio.

Ci sarebbe, invece, molto di cui parlare in merito alla bellissima Italia, una Italia alla quale abbiamo dato molto e per la quale, nonostante ci si senta oggi “braccati”, continueremo a dare, perché nell’emblema stellato della nostra Repubblica, nel Pentalfa, noi ci riconosciamo pienamente e nei colori della nostra bandiera ci crediamo.

Il nostro tricolore ha un significato profondo, è il ricordo di un popolo che mirava ad avere giustizia, uguaglianza, fratellanza, tre obiettivi senza i quali non c’è dignità, democrazia e prosperità.

Non è una bandiera, è la bandiera della nostra Repubblica che incarna e riassume i diritti dell’Uomo, delle aspirazioni di un popolo che guardava e guarda al progresso, con leggi adeguate, stessi diritti e doveri, nessuna discriminazione, dove etica e morale sono gli ingredienti per un popolo felice.

Una bandiera creata da due studenti di Bologna che a vent’anni hanno perso la vita per difenderla dall’assolutismo cieco del potere. Ora tocca a noi difendere la nostra bandiera da chi ha dimenticato la storia d’Italia e da chi non ha uno sguardo al futuro dei nostri giovani.

E noi Massoni quando crediamo, noi creiamo  e sappiamo parlare  a noi stessi  ed all’Umanità  di ragione,  di conoscenza,  di ideali , di virtù, di fratellanza , di amore e di speranza: temi cari al cuore per tutti noi  e che fortifichiamo nei nostri templi, dove il tempo si ferma, dove il macro e il micro cosmo si fondono, dove il pensiero vola libero verso l’infinito per andare oltre il nostro io ed abbracciare l’universo.

Non possiamo, oggi, peraltro, esimerci dal constatare che dense e nere nuvole stanno offuscando la nostra volta stellata, nuvole che creano il buio e l’ombra che dobbiamo necessariamente dissolvere. Siamo chiamati a svolgere un gran lavoro ovvero “trarre il raggio dall’ombra” (Trismegisto), o se preferite meno filosoficamente e più fantascientificamente dobbiamo “risvegliare la Forza e diventare cavalieri Jedi per combattere il lato oscuro della Forza” (Star Wars).

Parliamo di nuvole che sono state create dal progressivo venir meno delle sicurezze individuali e collettive, da un impoverimento culturale e spirituale, da una instabilità ed incertezza governativa che proiettano sulla Libera Muratoria l’ombra del disagio, accollandole  le colpe di ogni male.

La nostra luce accesa sul cammino del perfezionamento e della tradizione esoterica è l’unico antidoto per dissolvere il buio di chi vive nella propria cecità e nel proprio torpore, perché dallo scontro titanico tra luce e ombra nasce l’eterno ed il rinnovamento perpetuo.

Cosi, noi Massoni, con gli strumenti che possediamo, rinnoviamo ogni giorno il nostro impegno per realizzare il nostro progetto, non perché sia  il migliore di tutti , non perché ci crediamo più intelligenti o superiori o perché vogliamo comandare, ma perché nel nostro progetto universale noi ci crediamo davvero, noi lavoriamo e ci sforziamo  ogni giorno affinché si realizzi .

Per chi non vive sotto il nostro cielo stellato forse tutto questo appare strano ed è per questo che siamo considerati dei “diversi”, una casta , una lobby.

Care Sorelle e Fratelli, possiamo essere definiti diversi perché vediamo ed interpretiamo la vita , l’orizzonte, la natura, il cielo, il sole  in modo  armonico  e con l’amore nel cuore?

Perché siamo capaci di vedere in una pozzanghera qualcosa oltre il fango? Perché nel volto dei malvagi  cerchiamo sempre e comunque il bene? Perché incessantemente lavoriamo per il nostro miglioramento e  per il prossimo?

La risposta è una: sì. Siamo diversi, perché noi abbiamo, e siamo fieri di avere, una storia, un passato, degli ideali, dei principi e moriremmo per questi e per difendere il nostro paese e ciò in cui crediamo. 

Perché ciò che ci sorregge poggia sul trinomio Bellezza, Forza e Saggezza come fondamento per l’insegnamento della libertà  e del rispetto dei diritti di ognuno.

La forza della nostra eggregore produce un pensiero positivo che fa da propellente per portarci verso il futuro, verso i giovani che rappresentano la nostra ricchezza e la nostra speranza, il tutto per il bene ed il progresso dell’Umanità e per il rinnovamento etico dei popoli.

Siamo una Officina Universale di sentimenti e idee.

Noi non esprimiamo certezze assolute ma opinioni personali, noi non conosciamo verità da imporre perché ognuno ha la propria e la rispettiamo.

Nulla di male, nulla di sbagliato ne’ nulla da sopprimere se dalle nostre officine escono uomini e donne con coscienze e conoscenze autonome, volontà libere nel rispetto di  principi etici ed ideali desueti quali senso del dovere, tolleranza, giustizia e rispetto, perché essere Fratelli e Sorelle, cosi come ci definiamo, significa dare e non ricevere.

Siamo i custodi delle cose preziose della vita.

Nelle nostre officine quando il macro ed il micro cosmo si fondono, le anime antiche e  le presenti si parlano, le energie si fondano, si mescolano, si accrescono.

Gli Egizi già sapevano come esprimere  l’energia che li abitava  e per parlare della dimensione interiore dell’uomo erano soliti utilizzare 5 termini: il “ba” (l’anima), lo “akh” (lo spirito), il “ka” (la potenza vitale, la forza), il nome e l’ombra.

L’anima come spirito quindi come soffio, come vento, come cuore. Come libertà, dove lo spirito è l’emanazione dell’intelligenza  che si esprime nell’arte nella musica  nella scienza  nella filosofia , nella nobiltà della legge morale ed è altresì l’emanazione del “vedere” e non del guardare, è luce e non riflesso.

Ed il nostro spirito, per dirla come Vangelo secondo Giovanni 3.8 “soffia dove vuole”, è libero di scrutare l’infinità dei cieli  ed il mistero della vita permettendoci di entrare in relazione gli uni con gli altri.

Una relazione fatta di amore che porta l’uomo maturo, consapevole a guardare fuori da sé, ma non nell’altro, ma a qualcosa di più alto di sé e dell’altro, in una parola universale.

Mozart quando componeva non inventava, bensì sentiva e sosteneva che “tutto è già stato composto ma non ancora trascritto”: noi non siamo, come ci viene spesso recriminato, più intelligenti perché abbiamo inventato qualcosa, ma perché abbiamo avuto la capacità di “vedere e sentire “una realtà che c’è da sempre, l’eterno passato, il presente ed il futuro.

Qui riposa la nostra consapevolezza del vivere la pienezza dell’essere Uomo, perché “colui che va in fondo al proprio cuore, conosce la sua natura e conoscendo la sua natura conosce il cielo” (cit. Meng tsu).

Un discepolo di Epicuro (Metrodoro) scrisse: ”ricordati che, benché tu sia mortale e abbia una vita limitata, tuttavia ti sei elevato, con la contemplazione della natura, fino all’infinità del tempo e dello spazio e hai visto tutto il passato e tutto il futuro”.

La nostra mente quindi lavora per l’universale ed è aperta al mondo e sul mondo.

Dobbiamo quindi essere fieri di questa diversità che non deve pero essere giudicata, perseguita né emarginata, perché è proprio nella diversità che si esprime la libertà di ognuno di noi , la nostra ricerca  della perfezione interiore, l’anelito al divino del nostro io, il progresso e l’evoluzione dell’uomo e della donna.

Il libero Massone non può essere “escluso” perché non si possono escludere e imbrigliare idee e sentimenti, perché non si possono distruggere il libero pensiero, la tradizione, i sentimenti.

Il nostro è un lavoro duro e critico ed è un lavori critico su noi stessi,  nella ricerca della Verità, della Luce, del Principio Ordinatore  del Mondo, della Forza e  della Speranza. Ma è anche e soprattutto un cammino di Amore, un amore che è più forte delle ombre e della morte.

Non temiamo le nuvole nel nostro cielo stellato perché sappiamo vedere oltre di esse, dove il cielo è azzurro e dove l’aria è pulita, oltre il bene ed il male.

E mentre cercheremo di proseguire oltre, sarà proprio attraverso queste ombre che ancora una volta riusciremo a ricostruire la forma delle cose perché sapremo vedere  giacche’ “la luce ha un senso solo in relazione all’ombra e solo se illumina l’oscurità’” (Jung)

E concludo: nel flauto magico Mozart scrisse “lasciamo che il pregiudizio sfoghi il suo biasimo contro di noi iniziati: saggezza e ragione lo strapperanno come una ragnatela”.

Ad maiora cari Fratelli e Sorelle. Un gran lavoro ci attende.

MONICA DOTTI

Gran Maestra della GLMFI